La storia della scuola e del territorio La scuola elementare del nostro quartiere, che un tempo era denominato “i Bagnoli” per la presenza di bagni termali sin dall’epoca romana, nasce alla fine dell’Ottocento come si evince dal rapporto del 1896 del prof. Eugenio Fazio sulle “Condizioni igieniche delle scuole napoletane”. La prima sede femminile, due stanze con servizi, era situata sulla via Consolare di Bagnoli. Nel 1902 il plesso fu assorbito dalla scuola elementare “Giacomo Leopardi” di Fuorigrotta insieme alle sedi posillipine di Villanova e Santo Strato. I primi documenti, custoditi nell’archivio storico della scuola, testimoniano che la nascita della scuola elementare denominata “Vito Fornari” potrebbe risalire, almeno, all’anno scolastico 1918-19. |
La sede storica di Via Diomede Carafa |
A quel tempo, a Bagnoli, si era ormai insediata l’industria siderurgica ILVA che già dal 1905 dava lavoro a migliaia di operai. Il quartiere si era così via via affollato a dismisura vivendo un paradossale processo di immigrazione di operai e tecnici e si era resa necessaria evidentemente, la costituzione di una scuola autonoma da quella di Fuorigrotta. |
Le sede storica era situata quasi sicuramente a via Giusso, mentre a Via Cupa Capano c’era un plesso femminile e a via Plinio quello maschile: tutte civili abitazioni trasformate ad uso scolastico e arredate in modo approssimativo e non del tutto idoneo. Le classi arrivavano a contenere fino a 40-50 alunni anche di età diverse; non tutti, però, frequentavano assiduamente soprattutto con l’arrivo della bella stagione. Il mare davvero a pochi passi diventava una facile tentazione per lo svago e anche un’occasione di lavoro estemporaneo. Dai registri scolastici conservati nell’archivio storico della scuola si deduce che fino alla II guerra mondiale esistevano i plessi di Coroglio, di Via Plinio, di Via Enea e del Campo. Solo nel 1940, nell’ambito della riqualificazione della zona occidentale di Napoli, fu finalmente inaugurato il nuovo edificio scolastico nella zona della Starza (l’antica Masseria Starza un tempo dei Gesuiti, oggi ancora esistente come abitazione privata), alla periferia nord di Bagnoli. Purtroppo con lo scoppio della II guerra mondiale l’edificio fu usato dagli studenti solo fino al 1941 perché fu requisito prima dalle truppe tedesche e successivamente dalle truppe alleate in particolare dai soldati marocchini. Gli alunni rientrarono nelle sede storica solo nell’a. s. 1946-47. |
Ingresso plesso “Vito Fornari” |
Il 41° Circolo Didattico “Vito Fornari” ha conservato questo nome fino al 31 agosto 2012 data della costituzione dell’Istituto Comprensivo “41 Console”. La scuola elementare storica aveva acquisito, nel 1998, un plesso di scuola primaria situato in Viale Kennedy, denominato “Nuova Bagnoli”, e quest’anno l’ex scuola media “Cesario Console” nata a sua volta nell’epoca del boom demografico degli anni ‘70 e del periodo fulgido dello sviluppo industriale napoletano. La storia della scuola, come già detto, è strettamente legata alla vita dello stabilimento siderurgico ILVA diventato poi Italsider, della Cementir e dell’Eternit e di tutte le altre piccole fabbriche dell’indotto: la vita di tutta la cittadinanza bagnolese era scandita dai tempi e dai luoghi delle fabbriche. La solenne inaugurazione dell’anno scolastico, infatti, come si evince dai registri scolastici antecedenti alla II guerra mondiale, si teneva spesso nel Cinema del dopolavoro ILVA: il famoso cinema “Ferropoli”. La chiusura della fabbrica alla fine degli anni Novanta ha via via determinato lo spopolamento del quartiere e conseguentemente disoccupazione e sottoccupazione. Bagnoli, appartenente alla X Municipalità del Comune di Napoli, un tempo a vocazione termale e turistica poi forzatamente trasformata in polo industriale, appare alquanto sottodimensionato rispetto alle reali potenzialità: purtroppo la bonifica dell’area industriale va ancora a rilento e la riqualificazione del territorio sembra lontana. La recente distruzione dolosa degli edifici ospitanti la “Città della Scienza” hanno inferto un ulteriore colpo ad una popolazione che cerca una nuova identità anche se ancora imbrigliata dalla nostalgia del mitico “quartiere operaio”. La presenza della fabbrica per decenni aveva garantito alla popolazione del quartiere un discreto tenore di vita e ne scandiva i ritmi in modo regolare attraverso la voce della sirena, che indicava i turni di entrata degli operai, ma anche il tempo della scuola, dello studio a casa, del pasto e del riposo, del tempo libero. La disattivazione degli impianti produttivi dell’Italsider ha privato molti abitanti di Bagnoli delle loro fonti di reddito, ma, parallelamente, l’aria di Bagnoli non più inquinata dai fumi e dalle polveri di ferro, ha influito positivamente sullo stato di salute della cittadinanza e gli edifici puliti dal loro colore bruno, tipico delle polveri degli altiforni, hanno assunto nuove tinte chiare. |